Chirurgia VS Fisioterapia nel Mal di Schiena Cronico - Luca Pella

Chirurgia VS Fisioterapia nel Mal di Schiena Cronico

Il dolore cronico di schiena è una delle principali cause di disabilità a livello mondiale. Se soffri di lombalgia persistente, hai probabilmente esplorato diverse soluzioni: dall’esercizio terapeutico alla terapia manuale, fino all’idea di un intervento chirurgico.

Ma quando è davvero indicata la fusione spinale? E quali sono i pro e i contro rispetto alle terapie conservative? Un nuovo studio del 2025 ci aiuta a fare chiarezza

“Cho et al. hanno sviluppato e testato un prototipo di decision aid per pazienti con lombalgia cronica e malattia degenerativa del disco, guidato dagli standard IPDAS, per supportare la scelta tra fusione lombare e approccio non chirurgico.”
(Cho Y. et al., 2025)
(ScienceDirect)


1. Il problema del dolore cronico di schiena

  • Epidemiologia: fino al 23 % della popolazione mondiale soffre di lombalgia in un dato momento della sua vita; di questi, circa il 10 % evolve verso la cronicità.
  • Meccanismi ritenuti più importanti in passato: degenerazione discale, instabilità vertebrale, alterazioni infiammatorie e meccaniche.
  • Meccanismi: il dolore cronico corrisponde spesso a una esperienza dolorosa non necessariamente dovuta a problematiche meccaniche ma aggravato da fattori psicosociali importanti
  • Impatto: riduzione della qualità di vita, assenteismo lavorativo, ricadute psicologiche (Approfondimenti sul Dolore Cronico – Pensare troppo fa male).

Se ti interessa capire meglio i meccanismi neurofisiologici alla base del dolore cronico, leggi anche Il Sistema Nervoso e il Dolore Cronico – La Fibromialgia come esempio.


2. Fusione lombare: vantaggi e svantaggi

2.1 Vantaggi

  1. Riduzione del dolore
  • In molti casi selezionati, i pazienti riferiscono un calo significativo del dolore nelle prime 12–24 mesi post-intervento.

2. Rapidità di intervento

2.2 Svantaggi

  • Rischio di complicanze
    – Infezioni
    – Sanguinamenti
    – Danni neurologici.
  • DEGENERAZIONE “adiacente”
    – A lungo termine, l’aumento di carico sui segmenti vicini può provocare nuova degenerazione.
  • Recupero post-operatorio
    – Necessita di un percorso riabilitativo intenso e prolungato (v. Dolore post-operatorio: il ruolo della fisioterapia).
  • Per le prime 4-6 settimane ci sono forti limitazioni nelle attività quotidiane
  • Per poter tornare a praticare attività più intense occorrono dai 6 ai 12 mesi

3. FISIOTERAPIA: perché spesso è la prima scelta

3.1 Componenti principali

  • Esercizio terapeutico e fisioterapia
    – Mobilizzazioni, rinforzo del core, stretching fasciale e tecniche manuali (Stecco, moxibustione).
  • Educazione posturale
    – Strategie per usare al meglio la colonna, correggere abitudini scorrette.
  • Gestione dello stress e HRV
    – Tecniche di mindfulness, biofeedback, respirazione diaframmatica (Stress, schiena e intestino).

3.2 Vantaggi

  • Minor rischio
    – Nessun intervento invasivo, ridotte complicanze.
  • Potenziamento delle capacità funzionali
    – Gli esercizi migliorano forza, mobilità e controllo motorio.
  • Personalizzazione continua
    – Il piano terapeutico può essere adattato in base alla risposta del paziente.

3.3 Svantaggi

  • Tempi di efficacia
    – Il sollievo può essere più lento e graduale.
  • Adesione del paziente
    – Richiede costanza e impegno quotidiano; in assenza di motivazione, i risultati tardano ad arrivare.

4. Decision aid e scelta condivisa

Lo studio di Cho et al. ha sviluppato un decision aid che sfrutta i criteri IPDAS per guidarti nella decisione tra chirurgia e conservativo. Grazie a un comitato multidisciplinare e al coinvolgimento dei pazienti, lo strumento:

  • Presenta benefici e rischi in modo chiaro.
  • Integra valori e preferenze personali.
  • Supporta il colloquio con il tuo medico o fisioterapista.

Puoi scaricare il prototipo e provarlo liberamente sul sito degli autori (ScienceDirect).


5. Conclusioni e consigli pratici

  1. Inizia sempre dal conservativo: fisioterapia, esercizi specifici e approcci mente-corpo.
  2. Monitora i progressi: utilizza scale di dolore e questionari di funzionalità.
  3. Valuta la chirurgia solo se il dolore persiste nonostante 6–12 mesi di trattamento conservativo ottimale o in presenza di gravi compressioni neurologiche.
  4. Usa il decision aid di Cho et al. per rendere più consapevole la tua scelta.

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