Approfondimento scientifico: il dolore cronico e le interazioni biomeccaniche
1. Modello Biopsicosociale del dolore cronico
Il modello biopsicosociale (BPS) è oggi il paradigma di riferimento per comprendere il mal di schiena cronico. Integra aspetti biologici, psicologici e sociali in modo dinamico e personalizzato.
Studi recenti confermano che il dolore cronico va trattato con approcci multimodali centrati sul paziente, dove fisioterapia, educazione al dolore, strategie cognitive e supporto sociale trovano sinergia
Il mal di Schiena cronico: più di un problema meccanico
Il mal di schiena cronico è una condizione complessa che colpisce milioni di persone nel mondo ed è considerata una delle principali cause di disabilità globale (Hartvigsen et al., 2018, Lancet). A differenza del dolore acuto, che ha una funzione protettiva e tende a risolversi in poche settimane, il dolore cronico persiste oltre i tre mesi e non può essere spiegato soltanto da una lesione o un danno tissutale.
La letteratura scientifica sottolinea come il dolore cronico debba essere interpretato alla luce del modello biopsicosociale:
- Biologico → coinvolgimento di strutture muscolo-scheletriche, fascia, disfunzioni di movimento;
- Psicologico → ansia, paura del movimento (kinesiofobia), catastrofizzazione del dolore;
- Sociale → abitudini di vita, contesto lavorativo, relazioni e supporto sociale.
Studi recenti confermano che nei pazienti con mal di schiena cronico si osservano alterazioni dei meccanismi di sensibilizzazione centrale e un ruolo crescente dei fattori psicosociali nella perpetuazione del dolore.
👉 In questo scenario, riconoscere la multidimensionalità del dolore non significa trascurare la componente fisica. Al contrario, la componente meccanica mantiene un ruolo centrale: squilibri muscolari e restrizioni fasciali possono alimentare e rinforzare il ciclo del dolore cronico.

2. Il ruolo della fascia toraco-lombare (TLF)
La TLF è una fascia connettivale multi-strato (anteriore, medio e posteriore) che si estende dal collo al sacro, collegando i paraspinali con la parete addominale
È importante per la trasmissione delle forze tra strumenti muscolo-fasciali. Inoltre, la TLF contiene innervazione sensitiva che può contribuire alla percezione del dolore in caso di micro-lesioni o infiammazioni
Narrative review indicano la fascia come possibile fonte di dolore lombare, per la sua rigidità, irritazione o alterata struttura MDPI.

3. Sinergia tra Gran Dorsale e Grande Gluteo
Uno studio fondamentale dimostra che sia la tensione attiva che passiva del gran dorsale può spostare la posizione e aumentare la rigidità dell’anca controlaterale, suggerendo una trasmissione di forza attraverso la TLF PubMedBrookbush Institute.
Questo supporta il concetto di posterior oblique sling, una catena mio-fasciale che collega il dorso al bacino e che è cruciale nella stabilità e nell’economia del movimento (es. durante la deambulazione) ResearchGatejospt.orgBrookbush Institute.
4. Evidenze cliniche e tissutali
- Uno studio su runner mostra come la TLF modifichi la rigidità lombare e le proprietà passive dell’anca controlaterale durante il cammino
- Tecniche miofasciali, come il myofascial force transmission technique, riducono la rigidità e lo spessore dei tessuti fasciali, migliorando anche il sintomo doloroso nel mal di schiena cronico MDPI.
Evidenze cliniche recenti: la sinergia gran dorsale–grande gluteo nel mal di schiena cronico
Un recente studio di Procópio e colleghi (2024) ha fornito la prima evidenza in vivo della ridotta trasmissione miofasciale di forza tra gran dorsale (LD) e grande gluteo controlaterale (GM) in pazienti con mal di schiena cronico (CLBP), utilizzando la shear wave elastography.
📊 Risultati principali:
- Nei soggetti sani, la contrazione del LD determinava un incremento significativo della rigidità del GM controlaterale (+12,7%, p < 0.001), a conferma della funzionalità della catena miofasciale attraverso la fascia toraco-lombare.
- Nei pazienti con CLBP, invece, non si osservava alcun incremento significativo (+1,5%, p = 0.421), indicando una compromissione della trasmissione di forza lungo questo asse.
💡 Questo dato suggerisce che il dolore cronico non si associa solo a modificazioni percettive o psicologiche, ma anche a disfunzioni tissutali e meccaniche, come ridotta mobilità fasciale, rigidità connettivale, perdita di coordinazione neuromuscolare e atrofia del grande gluteo.
🔬 Gli autori sottolineano che resta da chiarire se questa alterata trasmissione sia una causa, una conseguenza o un epifenomeno del CLBP, e quali siano gli interventi migliori per ripristinare questa funzione (Procópio et al., 2024, PubMed PMID: 40616971).
Dolore cronico di schiena: l’integrazione tra modello biopsicosociale e meccanica fasciale
Il mal di schiena cronico è una delle principali cause di disabilità, con un decorso influenzato da fattori biologici, psicologici e sociali. Il modello BPS fornisce una visione integrata per la gestione efficace della condizione BioMed CentralFrontiersPubMed.
La catena mio-fasciale posterior oblique
Evidenze sperimentali mostrano che la tensione sul gran dorsale può influenzare l’anca controlaterale, confermando la trasmissione di forza attraverso la fascia. Questi studi sono molto importanti per avere le conferme sperimentali di quelle che sono le intuizioni che possono derivare dalla clinica stessa
Strategie di intervento
- Esercizi di attivazione volti a stimolare la sinergia tra gran dorsale e gluteo (es. bird-dog).
- Tecniche fasciali mirate alla riduzione di rigidità tissutale e al miglioramento della mobilità MDPI.
- Tutto inserito in una cornice BPS, integrando educazione al dolore, supporto psicologico e contesto sociale per un risultato duraturo FrontiersPubMed.
Conclusione
Integrare esercizi specifici per attivare la catena dorso-glutea e interventi fasciali su TLF dentro a un contesto biopsicosociale consente di potenziare l’efficacia terapeutica nel mal di schiena cronico. Questo approccio multidimensionale unisce la precisione meccanica alla cura del paziente nella sua globalità.